Coprifuoco a Parigi
PARIGI -Il coprifuoco come arma contro le violenze delle periferie abitate dagli immigrati. Ma non l’esercito. Il primo ministro francese Dominique De Villepin, parlando in diretta al telegiornale delle 20 della tv privata Tf1 illustra le linee del governo per stroncare i moti che da undici giorni stanno paralizzando la Francia e che lunedì hanno fatto la prima vittima.
RETI CRIMINALI - «Violenze inaccettabili» spiega il primo ministro e assicura che «la risposta dello Stato sarà ferma ma giusta». A soffiare sul fuoco della rivolta, annuncia de Villepin, ci sono «reti criminali» e «bande di giovani con difficoltà familiari, sociali, scolastiche». Villepin sottolinea che contrariamente a quanto suggerito dal premier turco Erdogan, non c’è «nessun rapporto» fra le violenze e il divieto di portare il velo islamico a scuola stabilito l’anno scorso da una legge francese. «C’è per quanto ci riguarda un timore dell’estremismo islamico – ammette il premier – ma non è questo il problema cruciale».
ALTRI GENDARMI - E poi annuncia altre misure di rigore: il richiamo di altri 1.500 gendarmi, riservisti e poliziotti per dare man forte agli 8.000 membri delle forze dell’ordine già presenti nelle banlieues. E ancora, «martedì il Consiglio dei ministri deciderà di conferire ai prefetti la possibilità di decretare il coprifuoco, se necessario, sui territori di loro competenza».
COPRIFUOCO - «E’ una decisione importante che prendiamo – spiega parlando del possibile coprifuoco – che segnala la gravità delle cose ma anche la nostra intenzione di garantire la protezione di tutti». «Chi distrugge – osserva – è un delinquente che non rispetta le leggi dello Stato».
IMPIEGO E ISTRUZIONE - Ma oltre alla repressione, alcune priorità sono evidenti al governo francese per fare fronte alla situazione. Primo «l’istruzione: la scuola», perché bisogna aiutare chi ha voglia di studiare, «moltiplicare per tre le borse di studio per questi ragazzi e i posti nei collegi d’eccellenza». Il premier pensa anche «dai 14 anni» a proporre il tirocinio ai bambini che «chiaramente non hanno il gusto della scuola». Secondo, lotta alla disoccupazione ovvero lotta per la speranza: «vorrei poter ricevere tutti i ragazzi e proporre ad ognuno di loro entro tre mesi un contratto, una formazione, uno stage, una soluzione per ciascuno tramite una mobilitazione eccezionale a livello locale». Inoltre gli alloggi: «si tratta di ristrutturare o abbattere e ricostruire» gli alloggi fatiscenti. Infine, la discriminazione: «ho ricevuto tanti ragazzi, e tutti esprimono un disagio, la sensazione di essere diversi». Some bonus https://www.justdomyhomework.com advice, if I may be practical and be realistic in your goals observe and appreciate the different preferences at different schools
Posted: Novembre 8th, 2005 under Misc.
Write a comment
You need to login to post comments!