OPERAZIONE PONTE - aggiornamento del 24 settembre 2002 da “REPORT 06/11/2005″
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Tre anni fa eravamo andati sullo Stretto di Messina per saperne di più del progetto del ponte.
AUTRICE
Qui siamo sul versante messinese e siamo esattamente dove si troverà una delle due torri del ponte.
ANTONINO CALARCO - Presidente onorario Stretto di Messina S.p.A.
La più straordinaria opera di ingegneria civile di tutti i tempi, seconda come impresa all’andata sulla Luna.
AURELIO MISITI - Presidente Consiglio superiore Lavori Pubblici
Cambierà la mentalità, cambierà la cultura, cambierà i pensieri dei siciliani.
RESIDENTE 1 Torre Faro
Non ci siamo noi fino che fanno il ponte.
RESIDENTE 2 Torre Faro
C’era un vecchietto che aveva 93 anni e diceva “io avevo 6 anni e mai ho visto questo ponte fare”, è morto poverino…Da quando aveva 6 anni sentiva sempre dire fare il ponte sullo Stretto, ma non l’ha visto mai questo.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Oggi la traversata da Villa San Giovanni a Messina dura 21 minuti. Con il ponte ci vorranno solo 3 minuti per andar di là. Benissimo ma, in futuro ci sarà abbastanza traffico su gomma per giustificare un ponte che ha una capacità di 6000 auto all’ora?
MARCO PONTI - Economista Politecnico di Milano
Anche nell’ipotesi più elevata, il traffico su gomma occupa una quota ridotta della capacità disponibile, un terzo circa nell’ipotesi più ottimistica. E quindi il ponte non ha grandi impatti trasportistici.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
È come dire che per il traffico viario non c’è bisogno del ponte.
ANTONINO CALARCO - Presidente onorario Stretto di Messina S.p.A.
Se fosse soltanto viario sarei il primo a dire non c’è bisogno del ponte. Ma tra 20 anni…. perché questa è una grande opera che influenzerà e rivoluzionerà il sistema ferroviario italiano.
AUTRICE
Quindi questa è la maggiore utilità del ponte.
ANTONINO CALARCO - Presidente onorario Stretto di Messina S.p.A.
Certo, e lo dobbiamo guardare in un’ottica europea, e non guardare il ponte come un’infrastruttura che deve unire Messina a Villa S. Giovanni e alla Calabria, questo è riduttivo ed è ridicolo.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Allora, verrà costruito un ponte che ha come maggiore utilità proprio quella di far passare i treni e i treni in questa zona d’Italia sono in calo da 15 anni.
GIUSEPPE ZAMBERLETTI - Presidente Stretto di Messina S.p.A.
In realtà, proprio il ponte può creare le condizioni per un aumento della domanda nella modalità ferroviaria.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Il Ponte permetterebbe il passaggio dei treni ad alta velocità per i passeggeri e le merci. Ma quelli che trasportano merci hanno bisogno del Ponte per scegliere di usare il treno invece che il camion?
GIUSEPPE PINNA - Ex direttore settore merci FS
Questi per andare in ferrovia, quella attuale e ancor più quella del ponte, non hanno bisogno del ponte; hanno bisogno di una ferrovia che garantisca treni lunghi, treni controllati dal punto di vista della refrigerazione nella maniera più moderna, alla pari di quanto avviene con i camion. E questa innovazione tecnologica attualmente non c’è. E’ preferibile sistemare le cose che ci sono oggi.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Nonostante in Sicilia ci siano ancora i binari unici e nonostante in Calabria l’autostrada si faccia fatica a definirla autostrada, la precedenza sui lavori ce l’ha il Ponte sullo Stretto, fatto il quale ci si aspetta che anche tutto il resto andrà a posto.
AUTRICE
Quando verrà posata la prima pietra del ponte?
PIETRO CIUCCI - Amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
La prima pietra del ponte, anche se forse non sarà materialmente una prima pietra, è prevista per l’inizio del 2005.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
L’inizio del 2005 è passato. La discussione in questi anni è andata avanti fra i sostenitori e detrattori del ponte, qualcosa è successo, e Stefania Rimini è tornata fra Scilla e Cariddi.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Ottobre 2005, stessa spiaggia, stesso mare di tre anni fa e di pietre non vediamo altro che queste. Nel frattempo, la società Stretto di Messina si è data da fare per disinnescare le bombe ambientali che potrebbero mettere il Ponte fuori gioco.
AUTRICE
Rispetto al progetto del ‘92, come avete ridotto l’impatto ambientale?
PIETRO CIUCCI - Amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
Ad esempio la riduzione dell’altezza dell’impalcato sulla costa siciliana ha consentito di ridurre la lunghezza complessiva dei viadotti e di contribuire ad un miglioramento dell’impatto ambientale che è stato stimato del 25% circa rispetto al precedente progetto.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Sull’impatto ambientale del Ponte rimane ancora un’ombra gigantesca, la sua.
ANNA GIORDANO - WWF Italia
L’ombra del ponte, che alcuni sostengono essere una leggenda metropolitana, lo segnala lo stesso studio di impatto ambientale: “Il disturbo causato dal ponte quale ostacolo visivo alle migrazioni di pesci e cetacei non sembra avere possibilità di mitigazione”. Si bloccherebbe la migrazione quindi non andrebbero a riprodursi, quindi ci sarebbe un crollo negli anni delle popolazioni di queste specie. Quindi un diminuito pescato e quindi un danno all’economia della pesca non solo a livello locale ma anche a distanza dallo Stretto.
PIETRO CIUCCI - Amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
Le osservazioni degli ambientalisti sono state oggetto di numerosi ricorsi ai tribunali amministrativi e al Consiglio di Stato, perfino alla Corte Costituzionale. In tutte queste occasioni le sentenze sono state a favore della società.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Però il 18/10/2005 la Commissione Europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora, contestandoci di non aver correttamente eseguito la valutazione dell’incidenza del progetto ponte sulle zone di protezione speciale.
GAETANO BENEDETTO - Direttore affari istituzionali WWF Italia
Per una grande opera pubblica il problema è se l’impatto che si produce vale la pena, cioè se il risultato economico, occupazionale, di servizi che l’opera crea vale la pena di quanto si rovina, di quanto si distrugge. Il ponte come opera trasportistica è una bufala, sotto il profilo economico è un baratro e sotto il profilo del danno ambientale è un disastro, per cui non vale la pena.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
La commissione consiliare del Comune di Messina ha rifatto l’analisi costi benefici sul Ponte ed è venuto fuori che i costi sopravanzano i benefici di almeno un 1 miliardo e mezzo di euro.
GAETANO GIUNTA - Consigliere comune di Messina.
Questo significa che nessun imprenditore etico – ed etico qui lo dico proprio nel senso del mercato, che chi investe i soldi li vuole riprendere in maniera remunerata – non ha interesse a costruire il Ponte. Quindi il ponte sullo Stretto o diventa una megatruffa nel senso che poi lo sbocco naturale diventa uno di quei grandi contenziosi all’italiana che finiscono con indennizzi miliardari tutti a spese dello Stato, o rischia di diventare una grande operazione di riciclaggio del denaro sporco.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Invece secondo la società Stretto di Messina ci sarà abbastanza traffico in futuro perché il ponte sia economicamente fattibile. Secondo il ministro Lunardi ci sarebbe dovuta essere la fila per investire nel ponte, eppure alla scadenza della prequalifica si sono presentate in tutto 5 imprese. Una di queste si è scoperto che agiva per conto del boss mafioso italo canadese Vito Rizzuto. I mafiosi al telefono si dicono che “in questo affare c’è moneta per loro” posto che la Stretto di Messina “è in una posizione debole, che non si sa quando si fa il ponte” perché deve ancora avere “il finanziamento organizzato”, un finanziamento che può essere fornito subito dalla mafia stessa.
AUTRICE
Come pensate di impedire che entri capitale addirittura di riciclaggio di denaro sporco nella costruzione del ponte in un secondo momento a titolo di finanziamento?
PIETRO CIUCCI - Amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
Registrando e monitorando tutti i pagamenti al di sopra dei 3000 euro, quindi tutti i pagamenti, noi avremo un monitoraggio e un controllo e una tracciabilità di tutti i passaggi, quindi chi ha dato i soldi a chi e come sono stati utilizzati.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Esclusa l’impresa rivelatasi mafiosa, delle altre quattro che concorrevano alla gara per costruire il ponte, una non aveva i requisiti e un’altra, l’austriaca Strabag, si è ritirata dichiarando che “il rischio legale, geologico e tecnico-finanziario è troppo alto”. Subito dopo hanno abbandonato la gara gli spagnoli della Necso e i francesi del gruppo Vinci. E meno male che ci avevano detto che il Ponte è così redditizio che c’è la fila per investire.
AUTRICE
L’abbandono di questi gruppi stranieri lungo la strada verso la gara è stato valutato come una controprova del fatto che è difficile che si arrivi a una vera realizzazione del ponte….
PIETRO CIUCCI - Amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
Questa mi sembra una grossolana interpretazione della realtà se mi consente, perché parliamo di realizzare non un’opera qualsiasi ma un ponte sospeso a campata unica che sarà il ponte sospeso più lungo al mondo. Allora, al mondo ci sono pochissime imprese che hanno questo know how, pochissimi progettisti che hanno questo know how, e sono quelli che hanno partecipato e che hanno anche vinto la gara.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Il 12 ottobre 2005 la cordata di cui è capofila Impregilo ha battuto la cordata guidata dalla Astaldi con la promessa di finire il ponte 8 mesi prima del previsto e grazie ad un maxi sconto di oltre 500 milioni, per cui il Ponte costerebbe 3,9 miliardi al posto dei 4,4 a base d’asta.
AUTRICE
Non siete contenti che chi ha vinto la gara, l’Impregilo, ha promesso di fare il ponte spendendo il 12% in meno?
GIUSEPPE GILIBERTI - Italia Nostra
È una cifra puramente indicativa, perché il tipo di appalto che è stato fatto lascia aperto lo spazio per qualunque aumento. Si garantisce un controllo, eccetera, però sappiamo che siccome chi ha vinto dovrà anche fare il progetto esecutivo, a quel punto i costi sono assolutamente imprecisabili.
AUTRICE
Se l’Impregilo nei prossimi mesi mentre fa il progetto definitivo vi dice “No, secondo me qua invece di 3,9 miliardi costa 4,1, che cosa succede a quel punto?
PIETRO CIUCCI - Amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
Sono esattamente diverse le ipotesi, dipende da quali sono le motivazioni di questo scostamento.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Avete presente l’artigiano che vi aveva fatto un preventivo molto più basso degli altri e poi durante i lavori trova un mucchio di imprevisti extra? È quello che potrebbe capitare con il ponte e che sta già capitando con l’Alta velocità ferroviaria. L’Alta Velocità doveva costare 10 mila miliardi di lire e invece oggi grazie a varianti, riserve e atti integrativi in corso d’opera costa 50 miliardi di euro. E chi c’è tra i costruttori dell’Alta Velocità? Proprio l’Impregilo, a capofila dei consorzi Cavet e Cavtomi. Ma il padrone di casa nei lavori per il Ponte, cioè la società Stretto di Messina, non è preoccupato per questi precedenti dell’artigiano?
PIETRO CIUCCI - Amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
In ogni caso la società è più che garantita perché si è riservata in qualsiasi momento il diritto di risolvere il rapporto contrattuale. Conoscendo la qualità della controparte sono portato ad escluderlo.
AUTRICE
Però se l’Impregilo impazzisce e vi dice che invece di 3,9 costa 8, voi potete dire arrivederci?
PIETRO CIUCCI - Amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
Esattamente.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
A questo punto toccava all’Impregilo spiegarci come pensa di costruire il Ponte risparmiando 500 milioni di euro e finendolo 8 mesi prima del previsto. Peccato che quando abbiamo richiesto l’intervista si siano defilati senza dare spiegazioni. Naturalmente non vuol dir niente, come non vuol dir niente il fatto che nel consiglio d’amministrazione del controllore, cioè la Stretto di Messina, siede un manager che è lo stesso che rappresenta gli interessi del controllato, ovvero l’Impregilo, in alcuni contratti per l’Alta Velocità.
GAETANO GIUNTA - Consigliere comune di Messina
Quello che si teme è che la dimostrabile e dimostrata antieconomicità del Ponte sostanzialmente abbia come sbocco naturale l’apertura di mega contenziosi e di indennizzi che io poi a posteriori leggo come una grande operazione più per salvare aziende in difficoltà del nostro Paese.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Il riferimento è alla recente crisi di liquidità che ha portato l’Impregilo ad un deciso riassetto finanziario ed azionario. Tra le banche che sostengono Impregilo nel progetto Ponte, figurano Banca Intesa, Carige e Banca Popolare di Lodi. Di queste, Banca Intesa deve rientrare di un bel po’ di soldi che ha prestato all’Impregilo, mentre la Bpl è nel capitale dell’Impregilo attraverso la sua controllata Efibanca, in compagnia dei Benetton di Autostrade per l’Italia, del costruttore Gavio e della siderurgica Techint. Tutti a cavallo del Ponte, anche se nei giorni immediatamente successivi all’aggiudicazione dell’appalto, il titolo dell’Impregilo invece di schizzare verso l’alto è andato giù. Il giudizio degli analisti di borsa, è che “rimangono intatti ad oggi i dubbi circa la reale possibilità di realizzazione di quest’opera che trova molti oppositori sul fronte politico e ambientale”.
GAETANO BENEDETTO - Direttore affari istituzionali WWF Italia
Si dice che il ponte darà occupazione e sviluppo e che porterà in realtà ricchezza. Il ponte è un baratro economico. Il ponte viene fatto con soldi pubblici, questo bisogna dirlo con estrema chiarezza, perché sono soldi pubblici i soldi dell’Iri sostanzialmente, che vengono trasferiti per la realizzazione del ponte pari a 2,5 miliardi di euro; e sono sostanzialmente pubblici i soldi che le Ferrovie dello Stato daranno per il pedaggio di attraversamento, pari a 100 milioni di euro l’anno.
PIETRO CIUCCI - Amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
Le Ferrovie pagano questo canone in quanto in contemporanea sospendono l’attività di traghettamento dei treni attraverso lo Stretto di Messina.
AUTRICE
Quindi da un lato li spendono dall’altro li risparmiano?
PIETRO CIUCCI - Amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
Esatto, quindi quest’importo, che certo non è una tassa sulle Ferrovie come qualcuno ha detto in maniera un po’ grossolana, sostituisce un onere che le Ferrovie attualmente sostengono per i traghetti.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Intanto però da Sud a Nord le Ferrovie in questi tre anni hanno portato in giro anche le zecche, mentre per andare da Messina ad Agrigento il treno ci impiega anche più di 5 ore. Ci dicono che il senso del ponte è di far arrivare l’Alta Velocità a Palermo, ma se poi le Ferrovie dovranno spendere 100 milioni all’anno di canone solo per attraversarlo, da dove li tirano fuori i soldi per sistemare i binari in Sicilia?
GAETANO BENEDETTO - Direttore affari istituzionali WWF Italia
Quando mai arriveranno i treni ad Alta Velocità a Palermo se non ci sono i soldi per l’Alta Velocità sotto Napoli, e se non c’è il raddoppio ferroviario con i soldi finanziati tra Messina e Palermo?
AUTRICE
Perché adesso non c’è?
GAETANO BENEDETTO - Direttore affari istituzionali WWF Italia
Attualmente buona parte della Messina Palermo è a binario unico, e non ci sono né finanziamenti né progetti esecutivi per il raddoppio ferroviario, non l’Alta Velocità, il raddoppio ferroviario completo della Messina Palermo.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Dicono che il Ponte stesso porterà ricchezza e quindi consentirà di adeguare anche le altre infrastrutture. Ma mentre ci prospettano l’Alta Velocità fino a Palermo, Tremonti annuncia una manovra correttiva che toglierà alle Ferrovie e all’Anas oltre un miliardo di euro. Si presume pertanto che la Salerno – Reggio Calabria rimarrà un calvario e dal binario unico si passerà al binario morto. Quel che è certo è che se alla fine il Ponte si rivelasse poco redditizio, toccherà al contribuente saldare il conto.
GUIDO SIGNORINO - Economista Università di Messina
Lo Stato è obbligato a restituire la metà del valore dell’opera per via della clausola del valore di riscatto. Alla scadenza della concessione lo Stato è comunque obbligato a dare la metà del valore investito. Cioè diciamo almeno 3 miliardi di euro. Questi tre miliardi di euro dovrebbero venire recuperati dallo Stato, come? Rivendendo la concessione a un ulteriore concedente.
AUTRICE
Voi avete sempre detto che lo Stato non ci mette dei soldi…
PIETRO CIUCCI - Amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
Esatto, noi abbiamo sempre detto esattamente che il piano finanziario del ponte non prevede contributi a fondo perduto, quindi non prevede capitali da non restituire e da non remunerare.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
L’idea è che lo Stato non ci perde nulla perché nei primi 30 anni ci penserà la società Stretto di Messina ad ammortizzare la metà dell’investimento con i pedaggi, dopodiché lo Stato rivenderà la concessione per altri 30 anni e in questo modo dovrebbe recuperare i 3 miliardi che ha dato. Sempre, beninteso, che il Ponte sia redditizio.
GUIDO SIGNORINO - Economista Università di Messina
Ma il problema è: chi vorrebbe diventare concessionario di un’opera che, come per esempio il Tunnel sotto la Manica, in realtà invece di fare profitti fa perdite? In realtà questa concessione non potrebbe essere venduta, ma potrebbe essere o svenduta o rilevata interamente dallo Stato trasferendo a carico della collettività il rischio finanziario e l’onere finanziario dell’opera.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
E mentre noi contribuenti e utenti ci interroghiamo, la società Stretto di Messina si preoccupa di scarrozzare in pullman un gruppo di geologi siciliani sui siti dove sorgerà il ponte. Con il risultato che i funzionari della società finiscono a litigare con gli ambientalisti, mentre i geologi si godono il panorama. Ma visto che il Ponte è così necessario, che bisogno c’è di promuoverlo con le gite e con le sponsorizzazioni?
TONINO CAFEO - Messina Social Forum
È possibile che dobbiamo vedere il logo della Stretto di Messina persino nelle manifestazioni religiose? Nelle iniziative per la beatificazione di padre Annibale di Francia, c’era il logo della Stretto di Messina.
VOCE DI MILENA GABANELLI FUORI CAMPO
Tre giorni fa Repubblica titola: “Ponte sullo stretto, vincerà Impregilo”. È il testo di una intercettazione che risale ad un anno fa quando l’economista Pelanda, telefonando a Savona, all’epoca presidente di Impregilo dice: “La gara per il Ponte la vincerete voi, me l’ha detto Dell’Utri”, e infatti è andata così. La Procura di Roma sta indagando.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Lo scrittore siciliano Alfio Caruso qualche settimana fa scriveva al Corriere della Sera: “Il ponte sarebbe l’occasione per fare intendere che si volta pagina, che una storia si è conclusa e un’altra si inizia, che il distacco con l’Italia e con l’Europa forse si annulla. Alle corte: il ponte rappresenta il progresso, benché la Sicilia continui a mancare di acquedotti, di strade, di ferrovie. Ma le chiavi di questo progresso chi le ha? Quale organizzazione è in grado di gestire progetti, investimenti, appalti e subappalti? Quale potere può assicurare la tranquillità dei lavori, la disponibilità del territorio, la spartizione dei costi aggiuntivi, cioè il pizzo? La risposta è universalmente conosciuta: la mafia”. Come dire che al di là delle belle parole non c’è la volontà politica per ridurre il divario fra nord e sud, e alla fine se non sarà quel gran business visto che nessuno rischia del suo, a pagare saremo tutti noi. The hand-drawn, dark, industrial landscapes are beautiful to explore look at and fit with the concept of the game
Posted: Novembre 7th, 2005 under Misc.
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