Berlusconi rilancia: «In pensione più tardi»
Il premier: «Dovremmo lavorare di più e più a lungo, fino a 70 anni, come in Germania»
ROMA – Ha esordito con una battuta: domani diranno che sono un venditore di fumo. Poi ha attaccato come suo solito. Rilanciando fra l’altro una proposta che ha già scatenato le dure reazioni dei sindacati, quella di un ritocco verso l’alto dell’età pensionabile.
E’ un Berlusconi a ruota libera quello che si è presentato al convegno organizzato dalla Federazione italiana tabaccai. Partendo dai conti pubblici, il premier ha spiegato che il governo che guida «sconta l’eredità» di un alto debito pubblico creato dai governi precedenti e «sconta l’eccessiva attenzione dell’Unione Europea nei nostri confronti perché anzichè avere un debito al 60%, siamo verso il 110%» nel rapporto con il Pil. «Abbiamo un debito pubblico elevato – ha detto il premier – ma questo non dipende dal nostro governo ma da quelli precedenti che fra il 1980 e il 1992 hanno fatto il miracolo in negativo di moltiplicare per otto il debito». Una responsabilità, ha aggiunto, «che non si può certo imputare alla nostra gestione dei conti pubblici». In ogni caso, ha proseguito Berlusconi, «la realtà economica in Italia è in generale positiva». Il premier ha ricordato che l’Italia «è ancora la sesta economia del mondo» e che «alcuni dati Istat sono estremamente positivi». Berlusconi ha ricordato in particolare che la ricchezza degli italiani è pari a dieci volte il prodotto interno lordo, un dato che colloca l’Italia al primo posto in Europa. Il nostro Paese – ha aggiunto – è anche fra i primi nei consumi di elettrodomestici ed ha attualmente il numero di lavoratori più alto della sua storia. Nonostante ciò, ha riconosciuto , «ci sono ancora vaste possibilità di miglioramento» soprattutto nel campo dell’ occupazione.
LAVORO - Il premier si è poi soffermato sul tema del lavoro. «Si potrebbe aumentare il numero degli italiani che lavorano – ha detto Berlusconi – abbiamo infatti ancora vaste possibilità di miglioramento: potremmo lavorare di più». «Lavoriamo 1600 ore all’anno contro le 1700 in Usa – continua il premier – potremmo lavorare più a lungo, anche perché grazie alla medicina, all’alimentazione e al rigore del sistema di vita che ormai tutti abbiamo imparato, dà la possibilità di lavorare a lungo e bene anche a 70 anni. E parlo anche di me…». «Se c’è qualcuno che anche a questa età può lavorare 13-14 ore al giorno, non vedo perché non si possa spostare l’età lavorativa verso anni maggiori». A questo punto Berlusconi ha fatto riferimento all’ipotesi studiata dal governo tedesco e ha aggiunto che «quella di spostare a 68 anni l’età per andare in pensione è un orizzonte che anche noi non dobbiamo precluderci», perché «non è solo lavoro in più, ma anche guadagno e ricchezza in più».
ELEZIONI - Altro tema toccato dal premier quello della campagna elettorale. «Noi siamo dei liberali veri – ha sottolineato Berlusconi -. Anche in questa campagna elettorale non faremo gli sgambetti al nostro avversario. Noi siamo abituati per vincere a non dare gli spintoni, le gomitate a non mettere le stanghe a chi corre di fianco a noi. Vogliamo vincere soltanto in un modo: correndo più forte». Il premier si augura che questa campagna non prosegua «così velenosa come pare si sia avviata in questi primi mesi» e rivendica con orgoglio quanto fatto fino ad ora alla guida del Paese. «Credo che quando tireremo i conti di questi cinque anni al governo» potremmo dire di aver fatto tanto. «Basti pensare alle 24 grandi riforme, dal mercato del lavoro alla scuola. Più riforme di quello che hanno fatto i 56 governi della Repubblica messi insieme». Certo, ammette, «avremmo potuto comunicare meglio quanto realizzato» ma «non si può portare la croce e cantare nello stesso tempo. Cercheremo di trovare il modo di cantare io – aggiunge con una battuta – oltre tutto sono dotato di una bella voce…».
‘’Complimenti per quello che siete riusciti a fare, e per le straordinarie performance’‘. Silvio Berlusconi parla ad un convegno organizzato dalla Federazione italianatabaccai. Il premier promette ai rappresentanti delle circa 60 mila aziende familiari esenzioni fiscali per dotare gli esercizi commerciali di sistemi di sicurezza e videosorveglianza di fronte all’emergenza della criminalita’.
‘’Arriviamo alle note dolenti dice cioe’ all’esposizione che ciascuno di voi ha nei confronti della criminalita’ organizzata e della microcriminalita’. Lo Stato cosa puo’ fare? Lo Stato ha dato vita ad un’istituzione il carabiniere e il poliziotto di quartiere che, secondo me potranno essere molto efficaci man mano che saranno presenti in tutti quartieri delle citta’ italiane per controllare il territorio. Siamo vicini a quota seimila poliziotti e carabinieri di quartiere: penso potranno essere un rimedio efficace. Continueremo su questa strada’‘.
Il presidente del Consiglio annuncia: ‘’Accolgo la richiesta di un intervento dello Stato che possa agevolare essenzialmente la dotazione di ogni vostro esercizio con apparecchi di videosorveglianza ed apparati di sicurezza. Oggi stesso chiamero’ a Palazzo Chigi il responsabile dei nostri capitoli di bilancio, cioe’ il ministro
Tremonti, per parlare della vicenda’’
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Posted: Novembre 3rd, 2005 under Misc.
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