Soru: «Non spegnete la tv analogica»
La Regione Sardegna chiederà che non si spenga nell’Isola il segnale della televisione analogica.
«Farò una battaglia – ha detto Renato Soru – perchè non si può negare ai sardi il diritto di continuare a vedere la televisione nel modo in cui la vedono, a cominciare dai programmi del servizio pubblico». Il presidente della Regione Sardegna ha chiarito la posizione della Regione sul passaggio alla televisione digitale terrestre che si sta preparando in Sardegna, oltre che nella Val d’Aosta, per gennaio 2006, nel corso di un incontro con una delegazione dell’Associazione Stampa Sarda. Il Presidente della Regione ha affermato: «Non metteremo una lira in una operazione che si sta rivelando del tutto diversa da quella che avevamo negoziato nell’aprile scorso con il Ministero delle Telecomunicazioni e le reti televisive Rai, Mediaset e La 7, firmando un protocollo che è stato totalmente disatteso». La richiesta che allora la Regione avanzò, impegnandosi a investire proprie risorse, era quella di cogliere l’occasione della sperimentazione in Sardegna della tecnologia digitale terrestre, per portare nelle case dei sardi non semplicemente la televisione commerciale e magari a pagamento, con una offerta limitata di programmi, ma la televisione come terminale della rete, collegata all’Adsl per l’accesso veloce aInternet, a un personal computer e a un’antenna. Ha detto Soru: «Questa è la rete con il suo terminale televisivo: è libera, aperta, democratica, che fa sì che anche la televisione ci dia la possibilità di un utilizzo attivo, con contenuti che io decido di prendere, via etere o da internet, e che fa sì che io interloquisca con la pubblica amministrazione, oltre ad averne i servizi direttamente a casa. Ma di questa idea della tv digitale terrestre – ha continuato Soru – non è rimasto niente. I decoder che si stanno vendendo con il contributo pubblico saranno superati fra sei mesi. Non vi è traccia del decoder del genere di quello che abbiamo proposto noi, e tantomeno dell’idea di fare in Sardegna la tecnologia dei decoder. Non vi è traccia dei laboratori che la Fondazione Bordoni o le reti televisive si erano impegnate ad aprire in Sardegna nel campo dei servizi, della produzione dei contenuti. Non vedo nient’altro che la pay-tv, sostenuta dal contributo pubblico, una grande operazione delle tv commerciali private, e senza investimenti, che estende enormemente il mercato dell’utenza puramente televisiva».
La Regione Sardegna «non è interessata a finanziare decoder stupidi da 10 euro, e nemmeno a fare spendere ai sardi per vedere qualche programma televisivo in più a pagamento», ha sottolineato Soru.
Fu il governo, su proposta della Fondazione Bordoni, a proporre che la Sardegna e la Valle d’Aosta, in ragione del loro isolamento, sperimentassero per prime il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale terrestre. La Regione, interpellata, trovò che la nuova tecnologia poteva essere uno strumento ulteriore di comunicazione, che offre un mezzo per fare comunicare meglio la pubblica amministrazione e i cittadini: una banda per i dati, una banda per l’audiovideo. Cominciò una trattativa durante la quale il presidente Soru pose la questione dei decoder, della loro tecnologia, chiedendo che fossero solo strumento di ricezione passiva ma che permettessero l’interattività. L’idea del presidente Soru e della Giunta era quella della Rete (il sistema pubblico di connettività) in relazione con il digitale terrestre, per portare nelle case di tutti i sardi, con la massima semplicità di accesso, tutto ciò che le nuove tecnologie possono veicolare, dalla televisione sino ai servizi della pubblica amministrazione. Si tratterebbe di uno scenario (la Sardegna è al primo posto in Italia per volume di investimenti pubblici nel settore) che offre all’isola anche importanti occasioni di sviluppo.
La sperimentazione del digitale doveva infatti essere collegata all’avvio di laboratori di ricerca nel parco scientifico Polaris, con l’obiettivo di rafforzare l’identità del polo Ict (information communication technology) già insediato, con alcune aziende altamente specializzate, nelle strutture di Pula. In questo senso, le reti nazionali (Rai, Mediaset e la 7) e la Fondazione Ugo Bordoni (partner tecnologico del Ministero) avevano assicurato la propria adesione alla proposta. Il Ministero condivise l’impostazione progettuale della Regione, in particolare nella prospettiva di un intervento integrato. Quello che cioè – come aveva ricordato il presidente Soru già in occasione della sottoscrizione dell’accordo – utilizza tutte le modalità trasmissive per superare concretamente il digital-divide portando connettività in tutti i comuni della Sardegna. Era questo lo spirito dell’accordo che andava oltre il semplice spegnimento dell’attuale televisione analogica. La Regione puntava cioè a realizzare un «sistema», del quale il digitale terrestre è una componente, una applicazione tecnologica. Quella che attraverso un decoder consente di ricevere a casa, sul proprio televisore (oltre ai normali programmi tv) anche i servizi «interattivi» che consentono di dialogare con l’amministrazione. Ricevendo informazioni, ma anche moduli, documenti, certificati eccetera. Tutto ciò che già è possibile avere dal proprio computer. Il decoder da distribuire in Sardegna doveva essere già predisposto per la futura connettività: il presidente Soru aveva chiesto al Ministero che l’apparecchio doveva prevedere la ricezione Adsl e WiMax e la trasmissione wireless (senza fili) per servire più televisori sintonizzati su canali diversi. Il WiMax, la cui sperimentazione è in fase di avvio anche in Italia, rappresenta lo strumento per definire l’intero circuito della connettività regionale, consentendo la copertura trasmissiva di aree non raggiunte dalle fibre ottiche. Il protocollo d’intesa firmato ad aprile conteneva tutti questi impegni, e quello della Regione di investire proprie risorse in un progetto del genere. «Io di questo non ho visto niente», ha concluso Soru. Sales functions are an exception to how to write a process analysis paper this scheme which is commonly linked to the turnover
Posted: Novembre 2nd, 2005 under Misc.
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