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Alzheimer, si sta studiando un vaccino


La malattia di Alzheimer colpisce oggi in Italia circa 500.000 persone.
Cancella la personalità e l’intelligenza, annulla la memoria e con essa ogni conoscenza, ogni relazione, ogni affetto.
Si calcola che ne sia affetto tra il 6% e il 10% della popolazione italiana sopra i 65 anni di età e si arrivi al 20% per quella sopra gli 80.
Quindi migliaia di anziani vivono nella più totale dipendenza dalla famiglia : dipendenza pratica, economica, affettiva, psicologica. Per il nucleo familiare è un peso devastante.
A Milano in questi giorni si è svolta la “Conferenza scientifica Negri-Weizman 2005” giunta al suo quinto appuntamento.
Sono stati illustrati i risultati della ricerca condotta in collaborazione dall’istituto israeliano Weizman di Scienze e dall’italiano Mario Negri. In quest’occasione musica e ricerca si sono fuse: a seguire, infatti, è stato eseguito un concerto del pianista Daniel Vaiman, che ha suonato l’Andante spianato e Grande Polonaise, op. 22 di Fryderyk Chopin e La Campanella di Franz Liszt.
I due istituti, che dal 2000 hanno deciso di finalizzare in un progetto di ricerca comune i proventi dei concerti Straordinari di “Musica e Ricerca insieme per la Salute”, hanno ritenuto opportuno, attraverso questa conferenza, informare i propri sostenitori sulle attività congiunte di ricerca. “E’una collaborazione – ha dichiarato Silvio Garattini, direttore del Mario Negri – che formalmente dura da quindici anni ma che già da prima vedeva coinvolti alcuni laboratori dell’Istituto Weizman di Israele e del Negri, due istituti complementari per il loro profilo, l’uno di carattere biologico l’altro di carattere medico”.
Per quanto il professor Garattini giudichi “ancora molto lontana una conoscenza completa sulla Malattia di Alzheimer” è apparso in prospettiva fiducioso. “Stiamo lavorando per conoscere e quindi prevenire questa malattia. – ha detto – L’idea è quella di creare un vaccino che combatta l’insorgere dell’Alzheimer”. Anche per Michal Schwartz, che ha presentato i risultati della ricerca, la vaccinazione contro l’Alzheimer è uno strumento “efficace per aumentare la sopravvivenza delle cellule cerebrali, prevenire perdite funzionali e arrestare il decadimento cognitivo”.
La ricercatrice israeliana Michal Schwartz ha ricordato che la presenza di agglomerati di placche amiloidi nel tessuto cerebrale e il decadimento cognitivo sono caratteristiche tipiche dellAlzheimer. La risposta infiammatoria attorno alle placche è considerata parte della patologia. Studi effettuati nei laboratori del Dipartimento di Neurobiologia dellIstituto Weizmann negli ultimi anni – ha proseguito la ricercatrice – hanno dimostrato, contrariamente a quanto si ritenesse, che il recupero dei danni e delle lesioni al sistema nervoso centrale dipende da una ben controllata attività delle cellule T (un particolare tipo di linfociti che fanno parte dei globuli bianchi che rappresentano una importante componente del sistema immunitario) dirette agli antigeni del sistema nervoso centrale.
Queste scoperte hanno portato i ricercatori del Weizmann a suggerire che le cellule T sono indispensabili al mantenimento e alla riparazione del cervello. Gli studi sugli animali – ha detto la ricercatrice – hanno dimostrato che gli effetti protettivi e riparatori delle cellule T possono essere incrementati con la massima sicurezza dalla vaccinazione, rivelatasi efficace per aumentare la sopravvivenza delle cellule cerebrali, prevenire perdite funzionali e arrestare il decadimento cognitivo. Sviluppare questo approccio in una terapia per pazienti che soffrono di Alzheimer è, al momento – ha concluso la Schwartz – oggetto di unapprofondita indagine in collaborazione con lIstituto Mario Negri. I schedule some time write me an essay each sunday night to review my plan for the week

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