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Legge elettorale, caos e guerra di striscioni


L’opposizione ottiene la convocazione della Giunta per il regolamento. Berlusconi: «Andiamo avanti sereni»
ROMA – L’Unione prova a rallentare l’esame della legge elettorale con una protesta in Aula alla Camera, passando dalle parole ai fatti: tutti i deputati dell’opposizione si sono alzati in piedi mostrando dei cartelli tricolori con le scritte: «Perderete comunque» e «Ventesima legge vergogna». ll deputato della Margherita Roberto Giachetti, con un vero e proprio slalom, ha dribblato i commessi e si è messo con il suo cartello proprio alle spalle del presidente Casini che ha cercato inutilmente di far tornare alla normalitá la situazione che però era ormai precipitata nel tifo da stadio. La maggioranza, però, non è stata colta di sorpresa: dai banchi di An si sono alzati cartelli di replica con la scritta «Siete patetici». Casini ha annullato la votazione sull’emendamento ed ha sospeso la seduta per 5 minuti. «È un problema di cattivo gusto», ha detto. «Gli episodi di oggi si qualificano da soli, offendono il Parlamento e le Istituzioni. L’esibizione di un cartello alle spalle del presidente dell’Assemblea non umilia la presidenza della Camera ma tutti voi», ha detto riprendendo la seduta.
BERLUSCONI: AVANTI – Il dibattito sulla legge elettorale era ripreso in mattinata. In un’aula già piena i deputati del centrosinistra sono intervenuti contro la proposta di legge del governo. L’Unione ha chiesto l’intervento della Giunta per il regolamento relativamente alle modalità di votazione. Ma dopo la prima giornata nella quale la maggioranza non ha mostrato cedimenti, Berulsoni parla già da vincitore: «Andiamo avanti sereni – dice – per una modifica del sistema elettorale che rappresenti veramente la volontá dei cittadini e che non si presti a cambiamenti del voto in sede di scrutinio e possa garantire, attraverso il premio di governabilitá la stabilitá di governo del Paese» La compattezza della Cdl, dice, resterà anche per i successivi appuntamenti parlamentari. «Ne sono assolutamente sicuro».

GIUNTA PER IL REGOLAMENTO - Il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha quindi deciso la convocazione della Giunta del Regolamento per le 13.30 andando incontro alla richiesta dell’Unione. Ma Casini ha definito «impropria» tale convocazione e ha spiegato di convocarla solo per «cortesia». «Non so di che cosa dovrà discutere – ha detto Casini – ma la convocherò per cortesia».
MODALITADI VOTAZIONE - Il capogruppo dei Ds alla Camera Luciano Violante stuzzica la maggioranza: «Quali sono i motivi a sostegno di questo cambio di legge elettorale, nessuno lo sa… Voi state scaricando sul paese- polemizza il capogruppo diessino suscitando la reazione del centrodestra- problemi politici interni». Insomma, come si fa a cambiare le regole del gioco senza confronto? «Lei ieri – incalza Violante- ha richiamato il nostro ostruzionismo, è vero, ma che dobbiamo fare? Stare tutti zitti e votare?». Ma è sul voto segreto che l’Unione picchia duro, chiedendo che il presidente della Camera sospenda la seduta e convochi subito la giunta per il regolamento, (decisione popi presa da Casini che però non ha fermato il dibattito) al fine di garantire veramente «la libertà di espressione del voto»: in quella sede- afferma Violante rivolgendosi a Casini – «lei valuti in che modo si può garantire la segretezza in queste condizioni». Magari ricorrendo alle modalità più rigorose, quale quella delle palline nell’urna: «Ponga tutte quante le iniziative – suggerisce il capogruppo della Quercia – per garantire la segretezza». Pierluigi Castagnetti gli dà manforte, chiede a sua volta rassicurazioni sul «voto libero» da parte di tutti i parlamentari, ritorna sulle dichiarazioni del ministro Calderoli: «Lei non può cavarsela- prende di petto Casini- dicendo che il ministro in privato gli ha chiesto scusa, ma non bastano queste parole e nemmeno quelle di Giovanardi. E non abbiamo avuto una dichiarazione del presidente del Consiglio».
LA REPLICA DI CASINI - Casini ha replicato al centrosinistra spiegando che solo «in caso di difetto dei relativi dispositivi, dell’apparecchio, il presidente fa predisporre le urne per votare con le palline. Perchè nemmeno nella previsione regolamentare – ha sottolineato – si pensa che ci sia un meccanismo capace di tutelare la segretezza del voto in modo migliore». «Il ministro Calderoli – ha aggiunto ancora Casini – può dire quello che vuole, anche le schiocchezze che il voto segreto non è segreto, ma a me fa fede in quest’aula la parola del presidente, quello che sanno i funzionari della Camera e le scuse formali del governo. Tutto il resto – ha concluso – è una legittima polemica politica, ma non mi può riguardare come presidente della Camera».

Legge elettorale, strappo sulle «quote rosa» Sospesa la seduta dopo il voto. Nel pomeriggio un’altra sospensione dopo la protesta con cartelli dell’opposizione

La Camera continua l’esame della legge elettorale voluta dalla Cdl in un clima di tensione. In serata il govverno viene battuto per la prima volta sugli emendamenti per le «quote» riservate alle donne. I due emendamenti della maggioranza non passano ed è il primo segno di cedimento dopo due giorni di compattezza. Ma non passano nemmeno i due presentati dall’opposizione. La seduta viene sospesa dopo il voto. Già nel pomeriggio c’era stata un’altra sospensione quando tutti i deputati dell’opposizione si sono alzati in piedi mostrando dei cartelli tricolori con le scritte: «Perderete comunque» e «Ventesima legge vergogna».
LA PROTESTA - ll deputato della Margherita Roberto Giachetti, con un vero e proprio slalom, ha dribblato i commessi e si è messo con il suo cartello proprio alle spalle del presidente Casini che ha cercato inutilmente di far tornare alla normalitá la situazione che però era ormai precipitata nel tifo da stadio. La maggioranza, però, non è stata colta di sorpresa: dai banchi di An si sono alzati cartelli di replica con la scritta «Siete patetici». Casini ha annullato la votazione sull’emendamento ed ha sospeso la seduta per 5 minuti. «È un problema di cattivo gusto», ha detto. «Gli episodi di oggi si qualificano da soli, offendono il Parlamento e le Istituzioni. L’esibizione di un cartello alle spalle del presidente dell’Assemblea non umilia la presidenza della Camera ma tutti voi», ha detto riprendendo la seduta. Apple’s solution has been to www.topspying.com/ phone spy place a camera slider on the lock screen of the iphone for quick access, but having found it to be rather slow at times, i, like many, rarely use it

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