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Lombardia: tutto da rifare Bilancio bloccato, crisi aperta


«Non vorrei che Formigoni volesse governare da solo. Se è questa l’idea che ha in testa, non mi sembra affatto buona». Non usa mezzi termini Alessandro Cè, l’assessore lombardo alla Sanità sospeso dal Governatore lo scorso 29 agosto. «Secondo me – ha aggiunto Cè – la politica vera è quella che guarda in faccia i problemi dei cittadini e la Lega ha sollevato problemi reali. Formigoni si è trincerato dietro la legittimità del suo governo, ma governa con i voti della Lega, ed è un diritto e un dovere risolvere i problemi reali».
Non poteva mancare il commento caustico di Alessandro Cè nel giorno più lungo del Pirellone, consumatosi nell’aula del Consiglio regionale. La Lega aveva minacciato più volte di farlo, ed alla fine è stata di parola: con l’astensione nel voto per alcuni articoli relativi all’assestamento di bilancio 2005, di fatto ha dimostrato, se ancora ve ne fosse stato bisogno, che senza i suoi voti non si governa la Regione. Il provvedimento relativo all’assestamento tornerà ad essere discusso in Commissione bilancio, ma è chiaro a questo punto che il problema è politico, non tecnico. Formigoni, rimasto in silenzio per tutta la durata del Consiglio, alla fine ha preso la parola per manifestare il proprio disappunto e dichiarare aperta la verifica di maggioranza in Regione. Tradotto dal politichese: vedere se c’è ancora o meno una maggioranza per governare. Ma è chiaro che, senza la Lega, la maggioranza non esiste, a meno di inciuci con qualche consigliere della minoranza disposto ad immolarsi come stampella del centrodestra, traghettando poi Formigoni verso nuove improbabili alleanze in vista delle inevitabili (se tutto alla fine dovesse saltare in aria) elezioni anticipate. «Il rinvio è un gesto di responsabilità – ha spiegato il Governatore dopo aver preso la parola, riferendosi alla decisione presa dal Consiglio di rimandare la questione assestamento alla Commissione -, ma non voglio nascondere la gravità di quanto accaduto. Il provvedimento di assestamento era stato approvato unanimemente dalla Giunta, compresi gli assessori leghisti. Il voto di astensione di oggi equivale a un voto contrario».
Ma facciamo un passo indietro. Intorno alle 12.30 di ieri il presidente Attilio Fontana chiede all’aula di esprimersi sull’emendamento numero 31, presentato dall’assessore al Bilancio Romano Colozzi. Con 29 voti a favore e 36 astenuti, l’emendamento viene respinto. Il regolamento prevede infatti che le astensioni valgano come voti contrari. La maggioranza è sotto. Immediatamente il capogruppo di Forza Italia, Giulio Boscagli, si alza in piedi e chiede la sospesnsione della seduta per dieci minuti, per verificare se «c’è una maggioranza disposta a continuare a lavorare». Il presidente del Consiglio accorda non dieci ma 15 minuti di sospensione, che si riveleranno i più lunghi della storia del Pirellone. Sono momenti convulsi, pieni di colloqui fra i vari consiglieri. Formigoni è visibilmente infuriato e convoca subito una riunione dei capigruppo per chiarire la situazione. L’attesa va ben oltre il quarto d’ora concesso da Fontana e, verso le 13.30, il presidente del Consiglio dichiara sospesi i lavori per la pausa pranzo: «Riprendiamo alle ore 15, ma raccomando a tutti la massima puntualità», ammonisce Fontana. Le febbrili consultazioni vanno proseguono, tra panini, bicchieri d’acqua e fiumi di caffè. Davanti al bar del Pirellone, proprio fuori dall’aula del Consiglio, c’è grande attesa per le sorti della maggioranza. Si tenta di capire se le trattative in corso, via telefono, fra Formigoni e Umberto Bossi, stiano producendo o meno qualche frutto.
I lavori in aula riprendono alle 16.20, un’ora e venti dopo il previsto. Si riparte da dove si era rimasti. «Ricominciano le votazioni, eravamo arrivati all’emendamento numero 31», dichiara il presidente. Poi, dopo pochi minuti, si arriva alla votazione vera e propria degli articoli sull’assestamento del bilancio. Si parte dall’articolo 1, ed è subito chiaro che non è giornata per la maggioranza della CdL. Arriva infatti la prima bocciatura. In totale saranno sei, tutte a causa dell’astensione dei consiglieri del Carroccio. Prima che abbia inizio la votazione dell’articolo due l’assessore Colozzi tenta un’ultima carta: «Se questo articolo non viene approvato condiziona l’approvazione di tutto l’assestamento. Le singole tabelle, infatti, non possono essere messe in votazione se non viene approvato l’articolato». Roberto Alboni, capogruppo di An, a quel punto chiede la votazione per appello nominale. Non più alzata di mano, dunque, ma procedimento elettronico, con tanto di proiezione sul display luminoso delle luci verdi e rosse. Respinti, uno dopo l’altro, gli articoli due, tre, quattro, cinque e sei. L’assessore al Bilancio prende la parola e chiede il rinvio in Commissione del provvedimento. Sono le 16.45, e i consiglieri approvano la richiesta. Tecnicamente per l’assestamento del bilancio si tratta di un salvataggio in calcio d’angolo. Formigoni non lascia passare più di trenta secondi e pronuncia il suo discorso. Parole pesanti le sue. «La verifica è aperta. Mi riservo di iniziare da subito questo lavoro all’interno della maggioranza. Sarà mia premura informare tempestivamente il Consiglio regionale appena questo lavoro avrà portato a delle conclusioni».
Subito dopo si scatena la valanga di dichiarazioni. L’assessore al Territorio, Davide Boni, capodelegazione della Lega in Giunta, non nasconde il proprio ottimismo: «Oggi si è fatto un passo avanti perché ci si è resi conto davvero della situazione e che non era uno screzio. È stato un gesto di responsabilità – aggiunge Boni -. È una questione di soatanza e non di uomini. Si è deciso di percorrere un percorso che era già stato segnato». Sulla stessa linea le parole del capogruppo del Carroccio, Massimo Zanello: «La Lega ha dimostrato senso di responsbailità, facendo una proposta politica di alto profilo. Purtroppo non abbiamo avuto risposte». Interpellato dal quotidiano online Affaritaliani.it il segretario della Lega Lombarda, Giancarlo Giorgetti ha così commentato ciò che è accaduto al Pirellone: «Abbiamo fatto quello che ha deliberato il Consiglio federale della Lega in assoluta trasparenza. Ora la crisi è aperta e sono note le nostre proposte».
E l’opposizione? All’inizio è sembrata un po’ frastornata, salvo poi iniziare a chiedere, com’era inevitabile, le elezioni anticipate. «Non finisca tutto a tarallucci e vino – chiede il segretario regionale dei Ds, Luciano Pizzetti -, Formigoni non accetti soluzioni della crisi che siano offensive per i lombardi». Maggioranza non più adeguata: è la sentenza inappellabile di Guido Galperti, capogruppo della Margherita. Intanto, mentre i colloqui ai massimi livelli per risolvere la crisi proseguono a ritmo frenetico, la seduta di oggi del Consiglio per discutere sul caso Cè è stata annullata. Quello che era all’origine di tutti i problemi oggi è divenuto un “caso secondario”. In ballo, adesso, c’è la sopravvivenza del Governo lombardo. Personally not being phone tracker app review in https://celltrackingapps.com a fan of many skins manufacturers bring to their android devices, my opinion hasn’t changed with lg’s ux 4

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