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Scoperto un tesoro sull’isola di Robinson Crusoe


I ricercatori hanno trovato 600 barili pieni di monete d’oro e gioielli per 10 miliardi di dollari
L’isola di Robinson Crusoe può essere definita a pieno titolo un’isola del tesoro: alcuni ricercatori hanno infatti trovato almeno 600 barili pieni di monete d’oro e gioielli di epoca inca, frutto dei saccheggi operati dalla Spagna nel Sudamerica in epoca coloniale. La notizia è stata riportata dal quotidiano britannico “The Guardian”.

Per secoli i cacciatori di tesori avevano scandagliato l’isola in cerca del leggendario bottino nascosto dal marinaio spagnolo Juan Esteban y Echeverria, nel 1715. A localizzarlo è stata una sonda a 15 metri di profondità vicino all’isola di Juan Fernández, 70 km al largo della coste cilene nel Pacifico, famosa per essere stata abitata dal marinaio scozzese Alexander Selkirk, dalle cui avventure Daniel Defoe trasse ispirazione per il suo personaggio.

«Si tratta del tesoro più grande mai trovato nella storia» ha detto Fernando Uribe-Etxeverria, avvocato che lavora per la Wagner, la compagnia cilena che ha condotto le ricerche. Il valore del tesoro ritrovato è infatti stato stimato intorno ai 10 miliardi di dollari e includerebbe 10 anelli papali e numerose statuette d’oro inca.

L’archivio pirata
Facce, navi e segreti dei misteriosi avventurieri dei mari

Henry Every, Errol Flynn, Roche Brasiliano oppure Capitan Uncino, Barbanera, William Drake. Nomi che, solo a sentirli, fanno venire un brivido lungo la schiena. Personaggi in carne e ossa, eroi presi di sana pianta dalle pagine di un romanzo, storie di mappe, isole del tesoro, pugnali e sciabole, mozzi, bandiere nere e teschi, storie di galeoni, vascelli, battaglie memorabili, fantasmi e tempeste.

Protagonisti di queste vicende, reali o fiabesche che siano, sono stati i pirati d’ogni epoca e provenienza. Le loro imprese hanno attraversato la storia in lungo e in largo, incrociando di volta in volta i destini di altri grandi personaggi. Libri, film, serie televisive, cartoni animati, seminari dedicati a questi avventurieri dei mari e, per aggiungere qualche particolare, anche un archivio di foto.

Ritratti d’epoca di pirati famosi (da Francis l’Olonais a Charles Vane), riproduzioni di alcune sanguinose battaglie, profili di navi storiche, immagini di pubbliche esecuzioni e punizioni corporali inflitte ai traditori, riproduzioni di mappe del tesoro e documenti di vario genere (dai consistenti bottini confiscati sulle navi alle pagine di bollettini in cui era annunciata la cattura di qualche pericoloso brigante).

Immagini che riportano alla memoria storie ascoltate nell’infanzia, popolate da uomini corpulenti con la benda sull’occhio e i capelli corvini, armati di una spada infallibile, sempre in fuga, affascinanti e inafferrabili. Se non fosse che bisogna aprirle una per una per una e che ci vuole un po’ di tempo per scorrerle tutte, l’impressione è quella di sfogliare un vecchio diario di bordo ripescato in fondo al mare.

L’unico rischio è che i lettori più temerari possano decidere di prendere per buone le mappe riprodotte e pensare di partire alla ricerca dell’isola che non c’è o di qualche misterioso tesoro sepolto negli abissi.

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