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CLINICAMENTE MORTO IL BIMBO CADUTO A VILLA DANTE


Alessandro Raccina, il 12enne precipitato da una ringhiera a villa Dante, è stato dichiarato clinicamente morto. L’elettroencefalogramma al quale è stato sottoposto è risultato piatto. Domenica avrebbe dovuto assistere alla sua prima partita di calcio: Messina-Sampdoria.
Le macchine, spietatamente, hanno sentenziato: clinicamente morto!
Per Alessandro Riccina, il 12enne precipitato, lo scorso lunedì, da una ringhiera alla quale si era appoggiato, a Villa dante, non ci sono più speranze.
L’elettroencefalogramma piatto ha stabilito l’assenza di attività cerebrale nel bambino.
Adesso l’iter impone altri accertamenti clinici che, se confermeranno questo primo risultato, determineranno l’istituzione di una commissione medica che dichiarerà Alessandro clinicamente morto.
Poi spetterà alla famiglia la scelta di una eventuale donazione degli organi.
La stessa famiglia che oggi è colma di dolore, tanto da non poter credere che Alessandro possa non esserci più.
Soltanto due giorni prima, sabato 24, c’era solo gioia a casa Riccina.
Quel giorno era stato celebrato il matrimonio della figlia maggiore.
Alessandro aveva una ragione in più degli altri per essere felice.
La sorella, partendo per il viaggio di nozze in Messico, gli avrebbe lasciato il posto al S.Filippo per la partita di domenica 2 ottobre, Messina-Sampdoria.
Occorreva sola la delega dell’abbonamento, da parte della sposa al fratellino e via: per la prima volta Sandro, avrebbe visto dal vivo la sua squadra del cuore.
Non ce l’ha fatta. Quel bimbo non siederà mai sugli spalti del S.Filippo. L’incuria cittadina lo ha ucciso.
Il degrado di una struttura che dovrebbe garantire lo svago, il divertimento, ma anche la sicurezza a chi la frequenta, ha spento una vita.
E se per adesso è tempo di dolore, verrà, tra qualche giorno il tempo della rabbia.
Quando il padre, la madre di Alessandro, si desteranno dal torpore della disperazione più grande, vorranno risposte.
Risposte sul perché mancava la protezione a quella ringhiera da cui è precipitato il loro figlio.
Risposte sul perché non esistesse un custode a villa Dante, almeno quel maledetto lunedì 26, che avesse potuto aprire subito il cancello che immetteva nella fossa in cui Alessandro giaceva in un lago di sangue.
Sono dovuti intervenire i pompieri per recuperarlo.
E sono passati attimi, minuti preziosi che, forse potevano impedire la tremenda sentenza emessa dall’elettroencefalogramma.
Il giorno dopo la tragedia i vigili urbani, a seguito di un sopralluogo effettuato sul posto, hanno accertato carenze strutturali, l’assenza dei panelli protettivi prima fra tutte.
Un procedimento contro ignoti, per lesioni colpose aggravate, è stato aperto nell’immediatezza.
Adesso le indagini saranno certo più mirate. Adesso c’è una morte dietro e Alessandro merita giustizia.
Alessandro che frequentava la terza media, che amava il wrestling, il Messina e la Juve, che giocava alla playstation e trascorreva molte ore a casa, nella sua cameretta, nel cuore del suo mondo.
Il suo mondo è finito così, in una delle rare giornate in cui aveva scelto di vivere all’aria aperta.
Ma Messina, di aria, si può anche morire. Later not only students, but also their parents and teachers thanked him for my homework justdomyhomework.com this invention

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