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Il vino taglia l’effetto serra


Uno studio del Cnr di Bologna dimostra che ogni ettaro di vigneto è capace di assorbire tre tonnellate di carbonio ogni anno. I possibili cambiamenti nelle politiche “salva-clima”
Ogni ettaro di vigneto è capace di assorbire circa tre tonnellate di carbonio ogni anno. Non sono soltanto i boschi quindi a fare da “spugna” per l’anidride carbonica. La riduzione dell’effetto serra può dipendere anche da un buon calice di vino pregiato. La scoperta è di un gruppo di ricercatori italiani che ha lavorato in una tenuta dove si produce il Brunello di Montalcino, per esaminarne l’attività di fotosintesi.

«Visto che l’agricoltura italiana si orienta sempre di più verso produzioni di particolare qualità ed è un ambito meno analizzato rispetto alle aree boschive, è stata scelta una coltura pregiata», racconta Federica Rossi, dell’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Bologna, tra i responsabili del progetto che ha coinvolto anche le università di Firenze, Bologna, Torino, Foggia, Udine e Sassari.
«Il team, composto da circa 10-15 studiosi alla volta, prevalentemente da ecofisiologi – spiega la ricercatrice – ha monitorato tutte le piante, dalla singola foglia alla chioma, in due settimane tra luglio e agosto di quest’anno».

Per quanto riguarda il territorio dedicato alla produzione di Brunello di Montalcino, si può stimare un assorbimento di circa 6.000 tonnellate l’anno di carbonio. I dati riscontrati non sono molto diversi da quelli rilevati in un campo di kiwi, in Emilia Romagna, nel ravennate. Qui, uno studio precedente (aprile-novembre 2004), aveva dimostrato, che su tutto il periodo produttivo, la coltivazione a kiwi assorbe circa tre tonnellate e mezzo di carbonio per ettaro. «Nulla esclude che con altre coltivazioni il dato possa cambiare – sottolinea Federica Rossi – i valori dipendono infatti anche dall’annata».

Certo è, che le coltivazioni possono essere un prezioso alleato per tagliare le emissioni killer per il clima fermo restando il ruolo dei boschi, normalmente in grado di assorbire anche quattro tonnellate e mezzo di carbonio per ettaro. E dalle colture, anche la possibilità di una nuova contabilizzazione delle quote di carbonio a disposizione di ciascuno stato aderente al protocollo di Kyoto. La Ue, complessivamente, si è impegnata a ridurre le emissioni di CO2 dell’8% rispetto al ‘90. Sapere come funziona la fotosintesi, a seconda dell’utilizzo che viene fatto del suolo, diventa quindi importante. Di qui la nuova frontiera rappresentata dalla colture anche se, sottolinea la ricercatrice, bisogna sempre tenere presente le necessarie differenze: se le foreste hanno efficienza continuativa ai fini della lotta all’effetto serra, le piante arboree la mantengono per alcuni periodi dell’anno. In futuro, quindi, forse la scelta delle colture, in base a questi nuovi studi, avverrà anche in funzione delle azioni salva-clima. Weiterhin wurden die vorstandmitglieder einstimmig www.ghostwriter-hilfe.com/ ghostwriter in ihren ämtern bestätigt

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