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CEMENTO NELLE AREE PROTETTE | Colpiti Etna, Nebrodi e Madonie


Approvato in commissione Ambiente alla Regione un disegno di legge che stravolgerebbe le parti più incontaminate dei parchi. Legambiente annuncia il ricorso al commissario di Stato e attacca: vogliono stravolgere il territorio

Un nuovo scempio ambientale per la Sicilia. L’aggressione, questa volta, è rivolta alle parti più incontaminate dei parchi naturali dell’isola. Ed è avvenuta dentro la commissione Ambiente del Parlamentino della Regione che lo scorso 14 settembre ha approvato un disegno di legge che consente l’istituzione di poli turistici all’interno delle zone

di massima protezione dei parchi regionali dell’Etna, dei Nebrodi e delle Madonie. L’eventuale approvazione del consiglio regionale «decreterebbe – sentenzia Legambiente – la scomparsa delle porzioni più incontaminate rimaste all’interno dei tre parchi naturali regionali, ambienti rari o unici in Europa».

Il nuovo testo infatti «consentirebbe di modificare la perimetrazione dei parchi, individuando nuove zone C all’interno delle aree più integre attualmente ricadenti in zona A e B – spiegano gli ambientalisti – in tal modo si verrebbero a realizzare, anche in queste aree, strutture turistico-ricettive, culturali, aree di parcheggio e trasformazioni edilizie. Le modifiche delle perimetrazioni, proposte dai comuni, verrebbero approvate dall’assessore regionale al Territorio, previo parere (non vincolante) degli enti parco». Uno stravolgimento contro cui si sono giàschierate le associazioni ambientaliste, un centinaio di docenti dell’università di Catania e scienziati di tutto il mondo che avevano chiesto lo stop alla legge già lo scorso luglio in sede di audizione in commissione ambiente.

Legambiente non ha dubbi: «L’obiettivo è “cementificare” e stravolgere, realizzando nuove aree turistiche con impianti sciistici e strutture alberghiere, le aree più integre dei parchi ed in particolare in quelle sottostanti Punta Lucia, nel comune di Bronte, in zona A del parco dell’Etna: qui si prevede la realizzazione di piste da sci, funivie, alberghi, strade. Verrebbe in tal modo distrutto il caratteristico paesaggio del più esteso versante, sinora salvaguardato integralmente, della fascia altomontana dell’Etna, caratterizzato da piante endemiche (cioè, esclusive solo del sito etneo) che colonizzano il deserto lavico, creano praterie altomontane e formano, anche nelle quote piu’ elevate, boschi di faggi e betulle». Tutto ciò per favorire «un turismo locale “mordi e fuggi” incompatibile con le esigenze di tutela – continua Legambiente – e che pregiudica la possibilità di attirare i numerosi visitatori anche stranieri interessati a praticare escursionismo in aree caratterizzate dalla protezione integrale (wilderness) e non stravolte dalla cementificazione e dalle attività sciistiche». E mentre le associazioni annunciano battaglia, Legambiente annuncia che si rivolgerà al Commissario dello Stato. S is that writing an argument essay there are now more non-spanish job openings available 6% of the language openings are in chinese and 4% in arabic, compared with 1

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