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Cronaca. Arrestato Luigi Crespi per il crack Hdc


Luigi Crespi, sondaggista, ex titolare di Hdc, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Milano sul fallimento della stessa Hdc.

L’accusa è bancarotta fraudolenta aggravata. L’arresto è stato disposto per pericolo di inquinamento delle prove e reiterazione del reato.

Chi è Luigi Crespi
E’ l’uomo che ha ‘inventato’ il contratto con gli italiani del premier Silvio Berlusconi, il re dei sondaggi. Eppure Luigi Crespi, finito nei guai per il crack di Hdc Datamedia Group, da giovane era un funzionario del Pci. Conquistato da Bettino Craxi, diventò socialista e nella Milano dei ruggenti anni ’80 ebbe un’intuizione a quei tempi geniale: aprire una società che rilevasse gli ascolti delle tv locali. L’ascesa di Datamedia diventa irruenta in piena era Tangentopoli, quando, nei primi anni ’90, Crespi si butta sul mercato dei sondaggi pre-elettorali. Crespi dà i numeri non senza suscitare perplessità e ostilità: Datamedia, d’altra parte, non risulta iscritta all¹associazione italiana degli istituti di ricerca e neppure a uno degli organismi di controllo internazionali che radunano i ricercatori nel campo del marketing politico. E quando tenta di entrare in Assim, l¹associazione che riunisce le aziende del settore, è bocciata. Tramontata la stella di Gianni Pilo, l’uomo dei sondaggi, di Silvio Berlusconi, Datamedia acquista peso e quote di mercato. Ma Crespi pensa in grande e meno di dieci anni dopo acquista il 51% del Cirm, fondato e gestito per 37 anni da Nicola Piepoli. Non basta: rilevato la maggioranza azionaria della Directa di Giorgio Calò, l’unico istituto che nel ‘91 azzeccò in anticipo il successo dei referendum di Segni. All’inizio del nuovo millennio, Crespi si regala anche World Research e controlla così un quinto del fatturato del piccolo ma prezioso mercato dei sondaggi d’opinione. Alle spalle del giovane imprenditore è Efibanca, la banca d’affari della Popolare di Lodi, che per l’11% di Hdc sborsa 11 miliardi di vecchie lire. La valutazione complessiva del gruppo è così, almeno in via teorica, di 100 miliardi. Nel 2001 Luigi Crespi inventa il ‘contratto con gli italiani’ che il premier Silvio Berlusconi firma negli studi di Porta a Porta. Il gruppo Hdc-Datamedia è ormai una galassia di aziende editoriali e pubblicitarie, include anche il quotidiano online Il Nuovo. Proprio la chiusura del quotidiano segna l’inizio di un periodo difficile: la Procura di Milano apre un’indagine per sospetta bancarotta da oltre 35 milioni di euro.

L’accusa
Una campagna di acquisizioni societarie ‘’pagate a prezzi notevolmente superiori all’effettivo valore’‘. E’ nato anche così il fallimento della Hdc spa di Luigi Crespi, il cui dissesto, secondo i pubblici ministero di Milano ‘’è stato mascherato’’ con ‘’artifici’’ puntualmente riportati nella relazione del curatore fallimentare.

Da quella relazione sono scaturite nei mesi scorsi numerose perquisizioni dei militari della Guardia di Finanza di Milano, che hanno passato al setaccio la sede di Publitalia, delle emittenti Telelombardia e Antenna 3 e della società Ebismedia. Furono inoltre perquisite anche le abitazioni di Crespi e sua moglie Natascia Turato, e quella del fratello del noto sondaggista, Ambrogio, oltre che gli uffici di due società con cui quella fallita ebbe ‘’sospetti rapporti’‘: la Ekma ricerche e la Ci&Ci.

Nella sede di Publitalia, le Fiamme Gialle cercavano documentazione riguardanti dei crediti di Hdc verso Giochi Preziosi e Birra Moretti, per un ammontare di alcune decine di milioni di euro, che sarebbero stati incassati direttamente da Publitalia e non invece dalla holding di Crespi.

Mediaset, da parte sua, ha sempre respinto “ogni ipotesi di coinvolgimento
di Publitalia, di suoi dirigenti o di qualsiasi altra società del Gruppo, nel fallimento Hdc’‘.

Nelle sedi delle emittenti gli investigatori erano sulle tracce, invece, di un pagamento fatto da Hdc alle due Tv per circa un miliardo di lire nel 2001. A Ebismedia, infine, sono stati cercati documenti riguardanti l’acquisto, da parte di Crespi, del 25% di Editing, pagato 3,9 milioni di euro; prezzo che il curatore ha ritenuto eccessivo.

Il decreto di perquisizione notificato a Crespi e ai suoi famigliari fa riferimento alla ‘’falsificazione dei bilanci relativi agli esercizi 2001 e 2002, attraverso dissipazioni di risorse patrimoniali per acquisti di partecipazioni a prezzi notevolmente superiori al loro effettivo valore e anche attraverso ingiustificati prelievi dai conti correnti della società’‘. Il dissesto sarebbe stato ‘’mascherato’’ con la capitalizzazione ‘’di falsi valori di immobilizzazioni finanziarie, nonché fittizie poste creditizie’‘. Il passivo accertato per la sola Hdc spa e’ di 40 milioni di euro. ‘’Parallelamente – secondo i pm – sono state distratte somme di denaro per ragioni estranee agli interessi della società’‘.

Luigi Crespi ha sempre affermato di essere ‘’assolutamente sereno’’ e di avere ‘’massima fiducia sull’operato degli inquirenti e degli operatori dell’inchiesta’‘.

Amici
Era stato lo stesso Crespi cone le sue dichiarazioni a coinvolgere nell’indagine, alcuni mesi fa, due big del credito italiano: Giampiero Fiorani, ex amministratore delegato di Banca Popolare di Lodi, ed Enrico Fagioli, ad di Efibanca. Il guru dei sondaggi aveva raccontato, in sostanza, che entrambi i banchieri avevano assecondato e condiviso le sue politiche di bilancio, anche quando le operazioni contabili avevano lo scopo di gonfiare alcune poste dell’attivo per nascondere le perdite.
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