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All Iberian, Berlusconi assolto: il falso in bilancio non c’è più


Assolto perché il reato non esiste più: questa la motivazione con cui giudici del Tribunale di Milano hanno assolto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi imputato nel processo All Iberian con l’accusa di falso in bilancio. .Dopo l’entrata in vigore della nuova legge sul diritto societario voluta proprio dalla Casa delle Libertà e dal premier, infatti questo reato non è più tale. Assolti con il premier Berlusconi anche tre ex manager Fininvest: Giancarlo Foscale, Ubaldo Livolsi (nella foto) e Zuccotti Alfredo.
La sentenza è stata emessa dopo circa 20 minuti di camera di consiglio dai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Milano presieduta da Mariarosa Busacca e recita esattamente così: «Visto l’art.129 c.p.p. assolve Berlusconi Silvio, Foscale Giancarlo, Livolsi Ubaldo e Zuccotti Alfredo dai reati loro rispettivamente ascritti perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Visto l’art.544 c.p.p. indica in giorni 90 il termine per il deposito della sentenza».

La legge varata ad inizio legislatura «su misura per il premier», come fin da subito hanno detto le opposizioni, ha avuto dunque i suoi effetti. «Il tribunale ha preso atto di una modifica di legge, la gente può essere convinta che questa è una buona legge», ha detto esultante uscendo da palazzo di Giustizia l’avvocato del premier e parlamentare di Forza Italia, Gaetano Pecorella. «Quando fu approvata la legge ci furono molte polemiche – ha concluso Pecorella – invece guardando quello che è accaduto bisogna ammettere che la modifica alla legge sul falso in bilancio non ha fatto disastri e che sono stati celebrati i processi e sono proseguite le indagini come prima».

Un processo lungo 10 anni
Ma andiamo con ordine. Quella che si è conclusa oggi è una storia giudiziaria iniziata un decennio fa. Anche se questo “troncone” del processo All Iberian era iniziato nell’aprile del 2000, l’intero procedimento che vedeva sul tavolo degli imputati il premier e i dirigenti della Fininvest era iniziato nel ‘96. A portare Berlusconi sul tavolo degli imputati accuse molto pesanti e cioè che dal conto della società estera All Iberian (una costola della Fininvest) fossero stati creati fondi neri per operazioni illecite che andavano dalla corruzione di magistrati al finanziamento ai partiti tra i quali il Partito Socialista di Bettino Craxi.

«All Iberian fu usata dal gruppo Fininvest»: fu questa frase pronunciata dal manager Giovanni Romagnoni davanti ai Pubblici ministeri nel novembre del ‘95 a dare il via ufficialmente all’inchiesta e poi, un anno dopo, all’inzio del processo vero e proprio. Nel ’98 il tribunale decise di stralciare la parte del procedimento relativa al falso in bilancio da quella per finanziamento illecito ai partiti (soldi al Psi di Bettino Craxi). Per questa seconda accusa Silvio Berlusconi era stato condannato a due anni e quattro mesi di reclusione e una multa da oltre dieci miliardi mentre Craxi a 4 anni. Secondo l’accusa il denaro da Fininvest era finito al Psi proprio attraverso la società ‘off shore’ All Iberian.

Nell’ottobre 1999 la Corte d’appello di Milano dichiara prescritto il reato di illecito di finanziamento ai partiti per Berlusconi e Craxi e nel novembre 2000 la Cassazione conferma la prescrizione.

Lo stralcio per il falso in bilancio «All Iberian 2», quello concluso oggi, inizia invece nella primavera del 2000 davanti ai giudici della II sezione penale. Nel frattempo però il Parlamento modifica proprio la legge sul falso in bilancio, e il reato diventato perseguibile solo su querela di parte. La Fininvest, che in un primo momento si era costituita parte civile, non ripresenta l’istanza.

Inizia una nuova battaglia sulla legittimità e l’interpretazione della nuova norma sui reati societari: il pubblico ministero Francesco Greco solleva eccezione di legittimità costituzionale, ritenuta però inammissibile dalla Corte costituzionale.

I giudici ricorrono quindi alla Ue e il 14 marzo scorso si decide di rinviare il processo in attesa della decisione della corte di Giustizia europea sulla compatibilità della legge italiana sul falso in bilancio con le direttive comunitarie. Il 3 maggio scorso la Corte di Giustizia della Comunità Europea rigetta il ricorso dei giudici di Milano. Da qui la decisione odierna di sancire l’assoluzione perché il fatto non è più reato. Far from attempting to establish a single formally perfect type, they have applied a great deal order custom essay of invention and ingenuity to the multiplication of shapes of the capital, its decoration and profiling

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