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Scoperte le cellule che “nutrono” i tumori


L’annuncio arriva dall’Istituto scientifico universitario San Raffaele di Milano. Un gruppo di ricercatori ha identificato le cellule del sangue che fanno “crescere” i tumori.
Praticamente quelle che “nutrono” il male. La formazione dei vasi sanguigni di diversi tipi di cancro, e quindi la loro crescita, ha bisogno del contributo di una rara popolazione di cellule del sangue, chiamate cellule Tem.

Fino a poco tempo fa si riteneva che le cellule del sangue e del sistema immunitario richiamate nei tumori avessero la sola funzione di ostacolarne la crescita.
L’equipe del San Raffaele ha dimostrato, invece, che una parte di queste cellule (le cosiddette Tem, appunto) promuove la formazione dei nuovi vasi sanguigni tumorali.
Eliminandole si può arrestare la formazione di nuovi vasi sanguigni e, tagliando loro i viveri, bloccare la crescita del tumore.

Per adesso la sperimentazione è stata condotta su topi con tumori spontanei pancreatici e cerebrali.
Se i risultati, nei prossimi anni, saranno confermati nell’uomo, le cellule Tem potrebbero rappresentare un nuovo bersaglio per le terapie anti-cancro.

Le Tem rappresentano circa l’1% dei globuli bianchi del sangue: appartengono alla famiglia dei monociti e si distinguono dalle altre cellule perché esprimono un recettore per fattori angiogenetici, chiamato Tie2.
Già nelle primissime fasi di crescita, spiegano i ricercatori, il cancro prende dal circolo sanguigno queste cellule che promuovono la formazione dei nuovi vasi tumorali.

La tesi dell’equipe del San Raffaele attribuisce alla piccola sotto-popolazione di macrofagi rappresentata dalle cellule Tem, la responsabilità specifica della funzione angiogenetica. Una capacità che le cellulle posseggono in maniera innata già quando si trovano nel sangue e che viene sfruttata dai tessuti che richiedono la formazione di nuovi vasi, come i tumori e poche altre condizioni patologiche o fisiologiche.

La ricerca, pubblicata su Cancer Cell, ha messo a punto un efficace sistema di trasferimento genico basato su una versione inattivata del virus Hiv. Come dimostrato in questo studio, le cellule Tem, modificate geneticamente dal vettore, potrebbero rappresentare un veicolo ideale per la somministrazione selettiva di geni terapeutici contro i tumori.

“Tra i potenziali vantaggi della nuova strategia – sottolineano i ricercatori – oltre alla selettività di azione, c’è la possibilità che la terapia raggiunga il tumore e le sue metastasi, anche se ancora occulte”.

Un percorso, dunque, è iniziato.
Per la sperimentazione clinica ci vorranno ancora anni di lavoro, ma i risultati di questo studio non solo avanzano le conoscenze sui meccanismi di formazione dei vasi tumorali e sulle modalità di crescita del cancro ma indicano anche nuove strategie per aumentare l’efficacia della terapia antitumorale. Everything you would expect from the 10th largest city in the country is just a few minutes’ walk how to write a reaserch paper away as dmu’s buildings and accommodation are all within one central area and right next to the city centre

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