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Legge elettorale, la Cdl accelera


Accordo siglato: pronto l’emendamento per la riforma in senso proporzionale. L’Unione insorge: «Faremo ostruzionismo»
ROMA – La Cdl punta decisa a riscrivere la legge elettorale, trovando l’intesa su un maxi-emendamento che reintroduce tra le altre cose il sistema proporzionale con premio di maggioranza e sbarramento. Ed è subito scontro. Tra le file dell’Unione l’hanno già ribattezzata la legge Acerbo o «legge truffa», come quella voluta da Mussolini nel 1923. La posizione ufficiale del centrosinistra verrà fuori da un vertice convocato ai massimi livelli al gruppo Ds della Camera, ma l’opposizione sembra orientata a rallentare l’iter della legge, ricorrendo a tutte le armi consentite dai regolamenti parlamentari, incluso l’ostruzionismo sui decreti, come forma di protesta. Qualcuno già si è sbilanciato: «Abbiamo presentato 500 emendamenti – ha dichiarato il capogruppo della Quercia in Commissione, Carlo Leoni – al testo messo a punto dal presidente Donato Bruno. Appena arriverà il maxi emendamento annunciato dalla maggioranza, ne presenteremo altrettanti…». E Prodi ha rincarato: «Cambiare la legge elettorale a poco più di 6 mesi dalle elezioni è qualcosa di indegno. Così si vuole falsificare il voto».

EMENDAMENTO - Intanto però, nelle stesse ore, la Casa delle libertà ha spinto il piede sull’acceleratore e annunciato che presenterà un emendamento ai testi in discussione (da presentare entro le 18 in commissione Affari Costituzionali alla Camera). L’intesa «tecnica» prevede la reintroduzione del proporzionale, con l’abolizione dei collegi uninominali, seppur mitigato da un premio di maggioranza per la coalizione vincente ed uno sbarramento al 4% per impedire il proliferare dei piccoli partiti. Prevista anche l’assegnazione dei seggi per metà attraverso il meccanismo delle preferenze e per l’altra metà con liste bloccate.

VERTICE - Prima del summit allargato dell’Unione, Piero Fassino ha riunito un vertice del suo partito. Il maxiemendamento Cdl è stato definito dal segretario della Quercia una «proposta truffa irricevibile» e si è anche voluto affermare con nettezza che «non si cambia una legge elettorale solo perché si ha paura di perdere le elezioni».
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