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Morto padre Ennio Pintacuda, aveva 72 anni


E’ stato tra gli animatori della ‘Primavera’ palermitana
PALERMO, 4 SET - Si e’ spento alle ore 2,30 a Palermo padre Ennio Pintacuda, sacerdote della compagnia di Gesu’, sociologo. Aveva 72 anni ed era originario di Prizzi (Palermo). Era al suo settimo anno di incarico alla presidenza del Cerisdi, il Centro studi direzionali che ha sede a castello Utveggio a Palermo. Nel ‘90 – ricorda una nota dello stesso Cerisdi – aveva fondato la Libera Universita’ della Politica. E’ stato tra gli animatori della ‘Primavera’ Palermitana, laureato in Teologia nella Pontificia Universita’ Gregoriana e in Legge nella Universita’ Cattolica. A Palermo, al centro Pedro Arrupe, fu tra gli ispiratori dei primi movimenti cattolici che negli anni ‘80 sfociarono nella ‘Primavera’ e nella Costituzione della ‘Rete’, il movimento politico di Leoluca Orlando. Adesso dirigeva il Cerisdi, prestigioso centro studi di Palermo.

‘’E’ morto un uomo e un sacerdote che ha rappresentato autenticamente la volontà di liberazione della Sicilia e dell’Italia dal sistema di potere mafioso’’. Il professor Alfredo Galasso, anche lui tra i fondatori della ‘Rete’, commenta così la scomparsa di padre Pintacuda.

Per anni ‘burattinaio’ della politica siciliana, grande ideologo, di un’intelligenza acuta, segnò il passaggio dalla stagione di Salvo Lima e Vito Ciancimino alla ‘Primavera’ di Leoluca Orlando; paladino dell’antimafia e sostenitore convinto del primato della politica, quella alta, tanto da creare la ‘scuola di Filaga’, tradizionale appuntamento che per tanti anni si è svolto nel corleonese alla presenza di politici ed esponenti delle istituzioni anche internazionali. Padre Ennio Pintacuda, tra i più illustri gesuiti, è morto a Palermo all’età di 72 anni. La salma del prelato, che soffriva di insufficienza respiratoria, è stata trasferita a Casa Professa dove è stata allestita la camera ardente e dove domani si svolgeranno alle 11.30 i funerali.

Unanime il cordoglio del mondo politico, con esponenti del centrodestra e del centrosinistra che ne ricordano la sua lunga esperienza civile e politica. «La morte di padre Pintacuda – dice il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia – rappresenta una grandissima perdita non solo per la cultura ma anche, da un punto di vista umano, per la sua capacità di intuire soluzioni anche su problemi molto complessi». Per Achille Occhetto «scompare il principale artefice di quella ‘Primavera di Palermò che ha segnato una svolta nella coscienza collettiva del popolo siciliano sulla gravità del fenomeno mafioso e sull’esigenza di una lotta rigorosa contro il malaffare». Originario di Prizzi, frazione in provincia di Palermo, Pintacuda era presidente del Cerisdi e della Libera Università della Politica.

Studiò teologia all’Università Gregoriana di Roma e si specializzò in Sociologia Politica a New York. Nel 1968 iniziò l’insegnamento nel Centro Studi Sociali «Cesare Terranova» a Palermo e fu docente di sociologia all’Istituto di formazione politica ‘Pedro Arrupè, gestito dal gesuita Bartolomeo Sorge. Ed è proprio durante la docenza all’Istituto ‘Arrupè che padre Pintacuda comincia a intrattenere rapporti con Leoluca Orlando, in quel periodo impegnato in una accesa polemica interna alla Dc con la corrente di Giulio Andreotti. Pintacuda diventa l’ideologo di un nuovo movimento, ‘La Retè, di cui mano Orlando diventa l’alfiere, e destinato ad aprire la stagione della ‘Primavera di Palermo’. L’ideologo e il politico ogni anno per cinque giorni riuniscono a Filaga militanti, esponenti di altri partiti, rappresentanti istituzionali e soprattutto giovani, ai quali Pintacuda rivolgeva il suo messaggio ‘moralizzatorè della politica siciliana.

«Tu se il profeta – diceva Orlando a Pintacuda – e io sono il comandante della nave». Proprio per il suo impegno nella Rete, padre Sorge nel 1992 lo allontana dall’Istituto ‘Arrupè. Sono anni difficili, Totò Riina è il capo indiscusso di Cosa nostra, e a Pintacuda viene data la scorta. Poi l’idillio con Orlando, sindaco di Palermo, finisce. Nei corridoi di Palazzo delle Aquile si dice che il ‘divorziò maturò per una consulenza che Orlando negò al suo ideologo, ufficialmente invece la crisi comincia dopo gli attacchi di Pintacuda alla giunta, soprattutto per la gestione del centro storico. I due si separano. E per Pintacuda è la svolta.

Il gesuita abbandona la sinistra e dopo la nascita di Forza Italia si avvicina all’ex coordinatore regionale, e ora ministro, Gianfranco Miccichè, di cui sarà consigliere per un certo periodo. Nel ‘98 Pintacuda accetta la presidenza del Cerisdi, scuola di formazione politica, su incarico dell’allora presidente della Regione siciliana, Giuseppe Drago (Ccd), poi reso esecutivo dal successore Angelo Capodicasa (Ds). Nell’aprile di quest’anno il suo incarico è stato rinnovato dal governatore Totò Cuffaro. Pintacuda ha trasformato la scuola di formazione in un Centro studi internazionale che ha coinvolto studenti di diversi continenti. Il castello Utveggio, sede del Cerisdi, situato sul pizzo di Monte Pellegrino, è stato visitato dai maggiori rappresentanti di governo e dalle autorità politiche nazionali, locali e dei paesi del Mediterraneo.

Palermo, l’ultimo abbraccio a Pintacuda

PALERMO - «L’eredità che padre Ennio lascia alla comunità cristiana e a tutta la società civile è il suo straordinario impegno politico mirato al benessere condiviso». Così padre Beneduce ha ricordato nell’omelia dei funerali di padre Ennio Pintacuda, che si sono svolto stamani nella chiesa Casa Professa, la figura del presidente del Cerisdi e della libera Università della Politica morto ieri notte. Circa cinquecento persone hanno dato l’ultimo saluto a padre Pintacuda, nella chiesa di Casa Professa stracolma. Tra di loro esponenti della politica siciliana e nazionale cui Pintacuda ha partecipato attivamente come ideologo della Rete, il movimento formato dall’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che però non era presente ai funerali.

«Pintacuda – ha detto il ministro degli Affari regionali Enrico La Loggia – è stato un protagonista della politica siciliana degli ultimi quarant’anni. Ha formato la classe governativa dell’isola con immensa dedizione». «La sua scomparsa – dice il presidente dell’Ars Guido Lo Porto – lascia un grande vuoto. Il fatto che negli anni abbia cambiato schieramento deve essere visto come impegno nella continua ricerca di soluzioni migliori per il governo della Regione».

Del gesuita è stato anche sottolineato il coraggio di incorrere in rischi personali per continuare la sua missione e aiutare la società siciliana a cambiare «e – ha detto Beneduce – voltare pagina, non nel senso del clientelismo ma al contrario dell’etica civile e cristiana». «Il desiderio di uscire dalle logiche dell’appartenenza – ha detto il senatore di Forza Italia Carlo Vizzini – e di combattere la mafia è uno dei grandi meriti di Pintacuda, che contribuito a una svolta della politica siciliana verso la legalità».

«La sua intelligenza acuta e lucida, la capacità di sapere investire sui giovani e sulla formazione che hanno caratterizzato la vita e l’impegno di Pintacuda rappresentano un patrimonio collettivo che non può nè deve essere dimenticato». Lo ha detto il presidente Antonio Carullo esprimendo il cordoglio dell’Ircac per l’improvvisa scomparsa di padre Ennio Pintacuda. «A Pintacuda – dice Carullo – si deve l’affermazione del Cerisdi, di cui l’Ircac è socio fondatore, nel panorama nazionale dei centri di alta formazione ma anche la capacità di farne un luogo di sintesi delle cultura dei paesi del mediterraneo. La sua scomparsa è una perdita per tutti».

A ricordare Pintacuda anche il presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Costanzo. «La Sicilia – dice Costanzo – ha perduto un politologo puro: un appassionato della propria terra che ha saputo costruire modelli di sviluppo e formule di governo in funzione delle esigenze della comunità e non dei politici di turno». «Grazie a lui – continua Costanzo – l’isola e anche la classe imprenditoriale hanno potuto respirare aria di novità e recuperare voglia di riscatto. Da lui ha preso le mosse una continua formazione di nuove classi di politici, di dirigenti, di imprenditori, di giovani che adesso proseguiranno questo percorso di crescita civile e sociale memori degli insegnamenti di un sacerdote caparbio che ha sempre tirato dritto per la sua strada».

«Con padre Pintacuda è scomparsa una figura importantissima che ha caratterizzato il rinnovamento politico e sociale della nostra isola negli ultimi decenni». Lo ha affermato il vicepresidente della Regione siciliana, Francesco Cascio, partecipando stamattina, in rappresentanza del Governo regionale, ai funerali del gesuita padre Ennio Pintacuda, presidente del Cerisdi e della Libera Univerisà della Politica, morto sabato notte. «Sotto la sua scuola – aggiunge Cascio – si sono formate generazioni di manager, dirigenti ed anche politici. Un autentico maestro di vita cui la Sicilia deve molto. E’ stato grazie al suo impegno, alle sue battaglie per la legalità che la Sicilia ha saputo alzare la testa e superare alcuni momenti di rassegnazione e sconforto». «Un impegno manifestatosi – osserva – in maniera ancora più intensa da quando era alla guida del Cerisdi, dal quale voleva fare diventare la Sicilia e il Mediterraneo il centro del dialogo fra mondo occidentale e arabo. Una scomparsa, quindi, che lascia un grande vuoto». Juni 1904, im leben des dubliner anzeigenmaklers leopold bloom, seiner frau molly und eidesstattliche versicherung hausarbeit muster des jungen stephen daedalus

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