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E’ morto Ambrogio Fogar lo spirito dell’avventura


L’esploratore si è spento nella sua casa milanese, aveva 64 anni. Dal 1992 era paralizzato a causa di un incidente automobilistico
Aveva scalato montagne, attraversato oceani e ghiacciai Numerosi gli incidenti, ma nulla lo aveva mai fermato

MILANO - E’ morto stanotte, nella sua casa di Milano, l’esploratore Ambrogio Fogar. Sessantaquattro anni compiuti il 13 agosto, dal 1992 era paralizzato, a seguito di un incidente automobilistico avvenuto nel deserto del Turkmenistan, durante il raid Parigi-Mosca-Pechino. Bloccato in un letto, respirava e parlava solo grazie alle macchine, e da tempo le sue condizioni di salute erano peggiorate. Il decesso, provocato da arresto cardiocircolatorio, è avvenuto nell’abitazione di via Crescenzago, poco prima delle 2. Due mesi fa, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro, Controvento, anche se sconsigliato da molti aveva manifestato il desiderio di recarsi in Cina, per sottoporsi alle cure del neurochirurgo Huang Hongyun, che sperimenta l’utilizzo delle cellule fetali.

Nella vita del giovane Fogar, la passione per l’avventura e per i viaggi si manifesta presto. Ha solo 18 anni quando attraversa due volte le Alpi con gli sci, poi si dedica al paracadutismo e durante un lancio resta vittima di un grave incidente. Però si salva, miracolosamente. E non si ferma: prende il brevetto di pilota per piccoli aerei acrobatici.

Negli anni successivi inizia a coltivare l’amore per il mare, nel 1972 attraversa l’Atlantico in solitaria, l’anno dopo partecipa alla regata Città del Capo-Rio de Janeiro. Dal primo novembre del 1973 al 7 dicembre del 1974 compie il giro del mondo in barca a vela, in solitaria, da Est verso Ovest, contro le correnti e il senso dei venti. Nel 1978 la drammatica avventura della “Surprise”, la sua barca, affondata da un’orca al largo delle Falkland mentre l’esploratore sta tentando la circumnavigazione dell’Antartide: Fogar va alla deriva su una zattera per 74 giorni insieme al giornalista Mauro Mancini. Quest’ultimo perde la vita, lui viene tratto in salvo per pura coincidenza.

Poi, ci sono i due mesi intensi e impegnativi in Alaska per imparare a guidare i cani da slitta, il trasferimento nella zona dell’Himalaya e in seguito in Groenlandia: il suo obiettivo è quello di preparare un viaggio in solitaria, a piedi, al Polo Nord. Unica compagnia, il suo fedele cane Armaduk.

Agli anni successivi risale l’approdo in televisione, con la trasmissione “Jonathan, dimensione avventura”: per sette anni Fogar gira il mondo con la sua troupe, realizzando immagini di rara bellezza e spesso in condizioni di estremo pericolo.

E’ l’attrazione per il deserto a essergli fatale. Tra le sue avventure, tre edizioni della Parigi-Dakar e tre Rally dei Faraoni. Ma il 12 settembre 1992, durante il raid Parigi-Mosca-Pechino, la macchina su cui viaggia si capovolge, e Fogar si ritrova con la seconda vertebra cervicale spezzata e il midollo spinale tranciato. L’incidente gli provoca l’immobilità assoluta e permanente, con l’impossibilità di respirare autonomamente.

La malattia, però, non lo ferma. Nell’estate del 1997 compie un giro d’Italia in barca a vela su una sedia a rotelle basculante. Battezzato “Operazione Speranza”, il giro promuove, nei porti in cui fa tappa, una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle persone disabili, destinate a vivere su una carrozzella.

Diversi i libri scritti da Fogar, due dei quali, Il mio Atlantico e La zattera, hanno vinto il Premio Bancarella Sport. Tra gli altri titoli, Quattrocento giorni intorno al mondo, Il Triangolo delle Bermude, Messaggi in bottiglia, L’ultima leggenda, Verso il Polo con Armaduk, Sulle tracce di Marco Polo e Solo – La forza di vivere. Fogar era stato nominato commendatore della Repubblica Italiana e aveva ricevuto la medaglia d’oro al valore marinaro, e negli ultimi anni era stato testimonial per la raccolta di fondi per l’associazione miolesi e per la campagna di Greepeace contro la caccia alle balene. In many instances, this is enough to tell whether it is the note you’re looking for, although https://trymobilespy.com/ios-parental-control this doesn’t hold true all the time, by any means

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